SO2 è la formula chimica dell’anidride solforosa, anche detta biossido di zolfo. E’ un gas incolore dal tipico odore empireumatico, molto solubile in acqua.
Secondo Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Anidride_solforosa):
Le anidridi solforosa e solforica (SO2 ed SO3, indicate con il termine generale SOx), sono i principali inquinanti atmosferici a base di zolfo. La principale fonte di inquinamento è costituita dalla combustione di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio) in cui lo zolfo è presente come impurezza. Vengono pure emesse nell’atmosfera durante le eruzioni vulcaniche: quando raggiungono la stratosfera si trasformano in particelle di acido solforico che riflettono i raggi solari, in parte riducendo le radiazioni che raggiungono il suolo terrestre.
L’anidride solforosa è un forte irritante delle vie respiratorie; un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime (alcune parti per miliardo, ppb) può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell’apparato sensoriale (occhi, naso, etc.).
A partire dal 1980 le emissioni provocate direttamente dall’uomo (a causa di riscaldamento e traffico) sono notevolmente diminuite grazie all’utilizzo sempre crescente del metano e alla diminuzione della quantità di zolfo contenuta nel gasolio e in altri combustibili liquidi e solidi. Rimangono più preoccupanti le emissioni dovute alla presenza di centrali termoelettriche, la cui entità, tuttavia, è da anni sotto controllo, grazie al processo di desolforazione, che realizza l’assorbimento degli SOx, fino ad ottenere pochi ppm. Il processo di desolforazione è oramai presente e funzionante su tutti gli impianti termoelettrici alimentati a olio combustibile e carbone.
Pubblichiamo qui il risultato del progetto NatAir dell’Institut für Energiewirtschaft und Rationelle Energieanwendung (IER) di Stoccarda:
Come si evince, in Italia nel 2006 il 73% della SO2 emessa in atmosfera è di natura vulcanica (solo il 27% è di natura antropica).
La presentazione dello studio si può scaricare qui.